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La SAM saluta la Coppa Svizzera

La SAM Basket perde 69-81 il derby di Santo Stefano contro il Lugano Tigers e saluta la Coppa Svizzera ai quarti di finale.



La partita

Un inizio subito in salita per Massagno che ha chiuso sotto di 6 il primo quarto (15-21), riuscendo però a recuperare nei secondi 10’ di gioco per andare alla pausa lunga in parità (38-38). È stato proprio nella prima metà del terzo quarto che i ragazzi di Gubitosa hanno tentato di dare una svolta all’incontro con il massimo vantaggio di +5 firmato Sinclair dopo 2’43 dall’inizio. Bene ma non abbastanza. Come un fuoco di paglia, la fiammata dei padroni di casa si è spenta nuovamente ed il Lugano ha pareggiato e poi chiuso il terzo in vantaggio (57-61). Nell’ultima frazione i Tigers si sono praticamente limitati a gestire il risultato, con Massagno che, nonostante le buone intenzioni, non ha mai impensierito veramente i bianconeri, capaci di chiudere l’incontro sul 69-81.


SAM, l’abito non ti sta stretto, devi solo imparare a portarlo

Ci si era forse un po’ illusi che questa SAM si fosse trasformata di colpo nella schiacciasassi del campionato, e quindi di Coppa. Il terzo posto in classifica e la striscia di risultati positivi (l’ultima sconfitta risale al 4 novembre contro il Ginevra a Nosedo, 80-87) avevano consegnato ai ragazzi di Gubitosa l’abito delle grandi occasioni. Smoking nero, camicia bianca, papillon e scarpe lucide. Insomma, il completo che spetta a chi risiede ai piani alti della classifica e che solitamente frequenta un certo tipo di locali esclusivi come le Final Four o le finali di Coppa, ad esempio. Tutto bellissimo.


L’abito lo abbiamo preso tra le mani, lo abbiamo provato e abbiamo fatto anche diversi su e giù per il corridoio guardandoci allo specchio e ammirando quei riflessi del risvolto in seta della giacca e il luccichio delle scarpe. Diciamocelo, ci sta proprio bene addosso.

Poi è arrivato il primo appuntamento importante, il derby di Santo Stefano contro i Tigers per accedere alla semifinale di Coppa Svizzera. Ad attendere i ragazzi praticamente una sfilata di gala hollywoodiana sul tappeto rosso di Nosedo, come nemmeno al Dolby Theater. Tanta gente presente per lo show del basket ticinese, un tutto esaurito. Nella limousine c’era grande sicurezza dei propri mezzi, ma poi, all’aprirsi della portiera, una pioggia di flash e di attenzioni si è rovesciata sulla SAM che, lasciando anche un po sorpresi i presenti, ha cominciato una camminata goffa e a tratti claudicante su un tappeto rosso che sembrava scivolargli via minuto dopo minuto sotto ai piedi.



Già, non basta guadagnarsi l’abito di classe per essere grandi. Una volta ottenuto bisogna saperlo indossare e mostrare quella sicurezza e disinvoltura di chi è abituato a calcare palcoscenici importanti, altrimenti si rischia di fare delle magre figure. A Massagno è mancato proprio questo oggi e lo si è visto già da i primi palloni giocati. Grande difficoltà in attacco a trovare un tiro pulito ed in generale grande difficoltà a trovare il canestro. Un misero 11% da tre punti, il 56% da due e il 68% dalla linea della carità. Le gambe sembravano fare giacomo giacomo, anzi, a tratti sembrava che non ci fossero del tutto. Stanca, poco reattiva e non in partita. Qualche fiammata e colpo di coda lo si è visto, certo, ma nel computo dei quaranta minuti non è stato abbastanza. La squadra non ha saputo tirare fuori le sue qualità, quelle che le avevano consegnato l’abito per le grandi occasioni e con soluzioni personali ha provato senza successo a portare a casa il risultato.


Dall’altra parte si è visto un Lugano operaio, conscio dei propri limiti ma capace di giocare su di essi. Juwann James è stato senza dubbio un freno per Jules Aw, capace comunque di metterne a segno 30 punti (con 8 rimbalzi), ma a fasi alterne (7 nel 1°, 17 nel 2°, 4 nel 3° e 2 nel 4°). L’ex SAM Nikola Stevanovic, dopo la solida prestazione contro il Ginevra, è stato autore di una prestazione sontuosa con 7 punti, 9 rimbalzi e 5 assits. Tanta fatica invece per i suoi colleghi in maglia SAM. Martino e Magnani non sono riusciti praticamente mai ad entrare in partita e anche Sinclair, fin qui una delle armi più pericolose di Gubitosa, ha chiuso con “solo” 10 punti a referto (come Moore).



Nessun dito puntato contro i singoli, l’impressione è che sia stata proprio la squadra a mancare clamorosamente l’appuntamento. Forse troppo sicura di sé, forse non abbastanza umile o forse semplicemente tutte e due le cose insieme. Fatto sta che questa sconfitta è una doccia ghiacciata che scuote i muscoli, troppo rilassati per una squadra che anche quest’anno ha dimostrato di aver fatto grandi passi in avanti, ma alla quale manca un ultimo e decisivo step per diventare grande.


È il momento di fermarsi un attimo e ritrovare quei pilastri di gioco sui cui si è costruita questa esaltante stagione. Lo consente anche il calendario, che rivedrà la SAM impegnata a Nosedo il prossimo 5 gennaio contro l’Olympic di Friborgo. L’anno nuovo non deve portare una nuova squadra, anzi, l’augurio è quello di ritrovare quella di prima.



Il tabellino della partita


SAM Basket Massagno: Aw 30, Sinclair 10, Martino, Miljanic 5, Magnani, Grüninger 6, Moore 10, Slokar 8.


Lugano Tigers: Green 13, Stevanovic 7, Bracelli 5, Pollard 19, Wilbourn, James 21, Berry 16.



Gubitosa: “La pressione ci ha fatto male”

Complimenti a Lugano, hanno meritato di passare il turno. Noi invece abbiamo meritato di uscire. Ho visto una SAM disunita, troppe conclusioni personali. Abbiamo bisogno di fare un esame di coscienza perché così non andremo lontani. Questa pressione da favorita ci ha indubbiamente giocato contro. Nella testa dei ragazzi “dovevamo vincere”, ma la verità è che non basta dirselo, poi bisogna agire di conseguenza anche sul campo. Che ci serva da lezione, dobbiamo fare ancora un ulteriore step per poter diventare grandi.

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